Un ufficiale della polizia municipale ha impedito a due predicatori cristiani di continuare a distribuire gli opuscoli del vangelo in una zona di Birmingham, prevalentemente abitata da musulmani.
I due evangelisti:: Arthur Cunningham e Joseph Abraham, sono stati addirittura minacciati di arresto, perché secondo gli agenti il distribuire opuscoli del vangelo avrebbe rappresentato un “crimine d’odio” La minaccia si è estesa anche alla loro incolumità fisica.
Ormai in molte parti dell’Inghilterra esistono zone nelle quali essere cristiani è diventato pericoloso e le autorità britanniche stanno dimostrando che solo ai musulmani vengono riconosciuti tutti i diritti, per gli altri invece il diritto è rimasto solo un antico ricordo.
I due che svolgono l’attività di evangelista a tempo pieno, si sono rivolti al tribunale ed hanno intrapreso un’azione legale contro la polizia perché l’ufficiale responsabile ha impedito loro di professare liberamente la propria religione. Mister Abraham ha anche dichiarato di essere rimasto stupido e di non poter credere che questi fatti stessero accadendo proprio in Gran Bretagna.
Il ministro di culto evangelico di Rochester è stato ampiamente criticato quando ha sostenuto che ormai esistevano ampie zone diventate pericolose per i cristiani che volessero praticare il vangelo.
Ma la cosa con la polizia inglese è andata ben oltre, infatti visto che i due predicatori erano di origine americana, gli ufficiali inglesi hanno ingaggiato una filippica contro Bush e le “guerre americane” anche se i predicatori cercavano di far capire che la politica per i cristiani, con la religione non aveva nessun rapporto.
Il resto potete leggerlo sul Telegraph
Commentare ulteriormente è superfluo, l’unica cosa che mi sento di aggiungere è che forse la “tanto decantata civiltà e democrazia inglese” è giunta al suo capolinea e non ha più nulla da insegnare a nessuno. E ormai entrata in una fase entropica.
C’è solo da augurarsi che questa forma di islam non finisca come con il comunismo, che come sostiene Vladimir Bukovskij “Il comunismo non è un sistema politico … ma una malattia di massa, simile all’epidemia di una peste” . Infatti la malattia è stata così perniciosa da condurre alla morte civile chiunque ne è stato colpito e tuttora vive come uno zombie (dicasi Paolo Ferrero e consorteria…) e a rischio di morte fisica coloro che invece ne sono rimasti immuni.
Adriana Bolchini Gaigher
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